Nato a Recanati (Mc) il 1° novembre 1929 da Antonio Mugnoz e Angela Malizia, primogenito di quattro figli - Edgardo, Ivana, Adua e Giovanni (morto in tenera età) - trascorre gran parte dell'infanzia e dell'adolescenza a Numana (An). Anni difficili, attraversati e scossi dal secondo conflitto mondiale, ma in parte anche spensierati grazie soprattutto alla passione per il calcio e soprattutto per il cinema. Diverse le similitudini con il giovane protagonista del film “Nuovo cinema Paradiso”: stesso periodo storico, stesso desiderio di dimenticare la miseria, la fame, soprattutto la guerra, anche solo per poche ore e tutto ciò è possibile grazie alla scoperta del grande schermo! Edgardo rimane talmente affascinato da quel mondo magico che fa di tutto per essere “assunto” come aiutante del gestore del piccolo cinema vicino casa, con il compito di consegnare e ritirare (a piedi) le “pizze” dai cinema dei paesi limitrofi e di attaccare i manifesti pubblicitari. Ora dalla cabina può vedere e rivedere lo stesso film diverse volte, e in sala anche le sorelle Ivana e Adua godono di questo privilegio. Sono momenti di gioia pura. Oltre ai film, lo incuriosiscono però anche i movimenti del “macchinista” nell’usare il proiettore: come inserisce le bobine, come vanno girate con la manovella, cambiate o riavvolte…
Questa sua attenzione non sfugge all’operatore, tanto che ad un certo punto gli permette ogni tanto di sostituirlo. “Spesso mi fermavano per strada per chiedermi quando veniva proiettato il film e altre curiosità… mi sentivo importante! Quando potevo raccoglievo da terra pezzetti di celluloide, scarti delle pellicole, e li portavo a casa. In una parete dello scantinato avevo disegnato una cornice nera - lo schermo - e mi ero ingegnato a costruire una rudimentale cinepresa! Con un barattolo di latta, una lampadina, lente di ingrandimento e uno specchio, sfruttando la luce del sole che entrava dentro casa, riuscivo a proiettare quelle poche immagini. Il tutto era sconclusionato e sfocato ma… avevamo il cinema in casa! Più tardi ebbi una macchinetta a manovella.” Questa del cinema è una passione che lo accompagnerà sempre. Nel periodo del boom delle macchine “super 8” Edgardo girerà un’infinità di filmini. In età piuttosto matura, realizza un suo progetto più volte inseguito, ovvero un piccolo cortometraggio con pupazzi animati (ripresi “passo a uno”): Pablito, di cui - oltre ai personaggi e alla scenografia - creò anche la sceneggiatura (storyboard) e perfino il doppiaggio! Il tutto con l’inseparabile cinepresa “ super 8”.
La passione per la musica, destinata a diventare un’espressione importante dei suoi talenti, arriva intorno ai 15 anni, inizia a suonare con una fisarmonica della ditta Frontalini di Numana, ove il padre Antonio era occupato come accordatore. Ecco, dalle parole dello stesso Edgardo tratte da una inedita e incompleta autobiografia, come avvenne il primo contatto con l'apprendimento della musica:
«A Sirolo, verso l'arco, lavorava un meccanico molto in gamba, faceva lavori di precisione e costruiva pezzi di ricambio anche per la macchina del cinema. Fu il
mio primo insegnante di solfeggio, ricordo che usava un pendolo. A Numana invece Liberato Drenaggi, caporeparto della “Frontalini”, suonava il pianoforte e fu lui ad insegnarmi i rudimenti principali con la fisarmonica che mi aveva
procurato babbo. Purtroppo non ero molto costante nelle lezioni e gli esercizi che mi dava da fare erano ad un certo punto tutti semplici per me e non sviluppavano la tecnica necessaria ad affrontare brani più complessi. Il primo pezzo che mi insegnò, lo ricordo ancora, si intitolava "Tornerai" di Olivieri! Per andare a lezione, partivo ogni volta con la fisa in spalla, dentro ad una custodia di stoffa che mi aveva cucito mamma, e dalle case popolari andavo a piedi a Numana...».
Anche il giovane Edgardo trova un primo impiego nella fabbrica di Liberato Drenaggi, noto anche come direttore della famosa “Orchestrarmonica Frontalini”. Verso il 1948 la famiglia Mugnoz si trasferisce a Loreto (An): siamo in pieno boom dell'industria della fisarmonica che assorbe e specializza centinaia di artigiani. Edgardo unitamente al padre e alla sorella Ivana, presta la propria opera per la ditta Victoria di Castelfidardo. «Tutte le mattine salivamo su un camion scoperto che portava noi e altri operai a Castelfidardo. Stavamo tutti seduti, uomini e donne, e intorno a noi tanta gente in bicicletta faceva la stessa strada...».
Ma oltre a partecipare alla costruzione del popolare strumento, Edgardo entra a far parte all'inizio degli anni '50 di un'orchestrina di musica leggera diretta dal M° Basilio Piangerelli di Loreto (direttore anche della banda cittadina). In quegli anni prende lezioni dal Maestro Celestino Castellani, direttore dell’Accademia Lanaro di Ancona ed ha l'occasione di esibirsi varie volte anche come solista, soprattutto nel “Teatrino della Piazzetta” a Loreto, nel periodo della rivista, dove tra un tempo e l'altro delle commedie si cimenta nei suoi pezzi forti: la Czarda di Monti e le Variazioni sul “Carnevale di Venezia” di Frosini... Brano che, in una di queste circostanze, ebbe la fortunata occasione di suonare in duo accompagnato al pianoforte dal Maestro Remo Volpi (direttore della cappella musicale della Basilica lauretana), fratello del più noto Adamo Volpi – grande organista, autore di varie e significative musiche per fisarmonica.
In questi anni di formazione e maturazione, Edgardo dimostra interesse anche per l’arte figurativa, con una innata predisposizione per la scultura, coltivata nella bottega di marmista che intanto il padre Antonio aveva aperto a Loreto. Grazie alla possibilità di ammirare le mirabili opere scultoree del cinquecentesco rivestimento marmoreo nella “Santa Casa”, si sviluppa ulteriormente in lui un artistico senso plastico delle forme. La sua prima scultura, opera giovanile di auto-formazione, è una copia del Davide di Michelangelo realizzata con un pezzo di marmo rinvenuto dietro la Basilica stessa durante dei lavori.
Veduta aerea del Santuario di Loreto
Con questo spirito acuto da autodidatta, si addentra sempre più con passione e dedizione nel mondo della scultura, della pittura e della modellazione, al punto da renderla la sua professione principale e caratterizzante. Suoi modelli e riferimenti sono Michelangelo, Bernini e Medardo Rosso nella scultura, mentre nella pittura guarda soprattutto al “Maestro” Caravaggio e agli impressionisti.
Per oltre 50 anni Edgardo svolge un’intensa attività basata sulla creazione di modelli - sacri e profani - utilizzati nella produzione artigianale e industriale. Numerose sono le ditte con le quali collabora sul territorio nazionale: Brancondi, Fanini, Arpa, Salerni e altre aziende locali come Clementoni (Recanati), Bomap (Bologna), CAART (Isola del Gran Sasso d'Italia), ecc.
Nel 1961, convola a nozze con Maria Menghi la quale negli anni, oltre che fedele compagna, diventa “musa ispiratrice” prodiga di consigli e stimoli lungo l'intera carriera dell'artista confermando l'adagio che “dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna”! Dalla coppia nascono quattro figli: Alessandro, Miriam, Emanuela e Laura, tutti eredi in forme e profondità diverse dei doni artistici paterni. In particolare, Alessandro segue la via musicale, mentre Emanuela continua il percorso paterno dell'arte figurativa.
Gli anni '60 e i primi anni '70, oltre ai primi bassorilievi, medaglie e dipinti, vedono sorgere le prime importanti opere come il Cristo delle Vette sito a Frontignano di Ussita (Mc) e quello di Gualdo Tadino (Pg).
Negli anni Settanta, Edgardo sente crescere l'esigenza di divulgare la passione per l'arte sensibilizzando soprattutto le nuove generazioni: da qui nasce e nel 1973 si concretizza l'idea di un corso gratuito di disegno, scultura e musica rivolto ai più giovani. Per diversi mesi, i bambini e gli adolescenti di Villa Musone hanno la possibilità di frequentare una vera scuola-laboratorio dove, come nelle antiche "botteghe" rinascimentali di un tempo, gli artisti in erba, affiancati da un Maestro dalle spiccate e poliedriche doti, scoprono i primi segreti del mestiere e - tra schizzi, bozzetti, modelli, dipinti, plastici, sculture e note musicali - danno vita alle loro creazioni.
Estate 1974: il maestro Mugnoz con alcuni dei suoi giovani allievi
All’epoca erano ancora rare le scuole di musica, di danza o di disegno e non erano ancora diffusi i vari corsi di nuoto, di calcio, le palestre e quant'altro, perciò i bambini, dopo aver fatto i compiti di scuola, disponevano di maggiore tempo libero. Soprattutto era ancora lontana l'era del computer, del tablet, della playstation e dello smartphone! In Italia, tra l’altro, si viveva il tempo dell’austerity, per cui il generoso e creativo “esperimento” del M° Mugnoz viene accolto con molto favore dagli abitanti della frazione, gran parte dei quali vi iscrivono i propri figli. In breve tempo la “scuola” viene frequentata da decine di ragazzini di età compresa fra i 6 e i 13 anni, dando vita ad un “circolo artistico ricreativo” dove i bambini si divertono a suonare, disegnare e creare…
Per rendere accessibile a tutti l’approccio alla musica, il Maestro sceglie inizialmente di adottare due strumenti semplici ed economici, facilmente reperibili nella
zona di Castelfidardo, patria degli strumenti musicali: la clavietta - una piccola tastiera a fiato ad ance libere - e la pianola elettrica, strumento precursore delle moderne tastiere
elettroniche.
Mentre prosegue la prolifica attività di modellista, scultore e pittore, nel 1975 il M° Mugnoz decide dal punto di vista didattico e musicale, di dedicarsi esclusivamente all'insegnamento della fisarmonica.
Dopo aver conosciuto il maestro Bio Boccosi, musicista ed editore, ed il "poeta" della fisarmonica Gervasio Marcosignori, aderisce al CDMI - Centro Didattico Musicale Italiano - ed apre una Scuola di Musica con una sezione di fisarmonica. Consapevole dell'importanza educativa e sociale della musica d'insieme, costituisce vari complessi ed ensemble didattici come la "Fisorchestra Primavera", costituita da giovanissimi allievi della propria Scuola dagli 8 ai 16 anni di età. Queste formazioni partecipano con successo a vari concorsi esibendosi in numerose manifestazioni e concerti.
Negli anni a seguire, coadiuvato dai figli Alessandro e Miriam, Edgardo avvia anche corsi di organo elettronico, tastiera, pianoforte e organetto, seguiti da decine e decine di allievi e dislocati oltre che a Villa Musone – nel cui centro vive e lavora – anche a Loreto e Portorecanati. La fisarmonica rimane comunque lo strumento principale affidandosi ai più prestigiosi marchi fidardensi come Pigini, Bugari, Victoria.
Durante la propria attività didattica, sviluppa costanti collaborazioni con le scuole statali, private e paritarie e territorio (dalle materne alla medie) per animazione di feste, ricorrenze varie, lezioni-concerto, progetti didattici e iniziative legate al folklore locale; organizzando e promuovendo serate culturali, prime fra tutte le edizioni di “Musica e Poesia”, con la partecipazione di artisti e poeti marchigiani, oltre naturalmente ai saggi di fine anno, che hanno sempre visto la presenza di importanti ospiti d'onore.
Parallelamente, nel corso degli anni, realizza innumerevoli medaglie, targhe, bassorilievi, dipinti e sculture, che espone in svariate mostre collettive e personali, e poi varie statue e monumenti che ora si trovano diffusamente non solo nel territorio di Loreto e dintorni, ma anche sparsi nel territorio nazionale e internazionale: in Polonia (serie di bassorilievi sulla vita di Padre Kolbe), Lussemburgo (statue del Crocifisso e Immacolata Concezione), Finlandia (busto del tenore Beniamino Gigli), Australia (miniatura della Battaglia di Castelfidardo) e Filippine (statua della Madonna).
Nel 1980 partecipa al Concorso Nazionale “Ape d'oro” e conquista il 1° Premio nella sezione Scultura.
Molte opere vengono realizzate per rendere omaggio ad illustri personaggi, come papa Giovanni Paolo
II, papa Benedetto XVI, il card. Angelo
Comastri, il M° Riz Ortolani, l'Oscar mondiale della fisarmonica e amico
Gervasio Marcosignori e tanti altri che l'artista ha avuto la fortuna e il piacere di conoscere nei lunghi anni di
attività.
Sopra: il M° Mugnoz con Papa Giovanni Paolo II a Loreto nel 1982,
A destra: a Roma con il cardinale Angelo Comastri
Sperimentando diversi materiali nonché varie tecniche e atteggiamenti stilistici, prendono corpo in oltre sessanta anni di attività le opere più significative: ricordiamo il già citato Cristo delle nevi, Ussita, 1964; il Cristo del Sacro Cuore, Santulussurgio, presso Oristano, in Sardegna, 1970; Monumento AVIS, Loreto, 1981; Apparizione a Santina della Madonna dell'Ambro, Montefortino (Mc), 1982; le sculture in pietra Il dannato, La madre, La famiglia, Pescatori; quelle su legno: Maternità, La coppia, I contadini. E ancora, Lo scalpellino (stucco), La Speranza, L'annunciazione e il trittico Madre Teresa, Giovanni Paolo II, Padre Pio (resina pietrificata), Il pensatore (cemento soffiato) e vari altri in gesso. Da sottolineare anche molti lavori nel settore dell'arte applicata e in particolare della medaglistica, con la notevole serie di medaglie per la prestigiosa “Rassegna Internazionale di Cappelle Musicali” che annualmente si svolge nel Santuario Mariano.
Agli inizi degli anni '80, dopo l'esperienza della Fisorchestra Primavera, crea il Quintetto poi Quartetto "A. Volpi" con i figli Alessandro e Miriam allo scopo di nobilitare lo strumento fisarmonica, facendone conoscere ed apprezzare anche l'aspetto cameristico attraverso un'interessante attività concertistica e di ricerca in un periodo in cui lo strumento si apprestava ad entrare nei Conservatori di Stato italiani.
Il Quartetto "A. Volpi" continua l'attività sino ai primi anni '90, collaborando anche con musicisti illustri, come i fisarmonicisti Wolmer Beltrami, Peppino Principe (Oscar Mondiali) e l'organista Armando Pierucci (poi direttore della celebre Scuola musicale “Magnificat” a Gerusalemme), artisti che gli hanno dedicato proprie composizioni e arrangiamenti.
Edgardo ha sempre coltivato anche una spontanea vena creativa, componendo canzoni, brani per fisarmonica, favole musicali, operine didattiche e vario materiale pedagogico.
In età matura, dalla metà degli anni '90, si interessa sempre più allo studio della fisarmonica diatonica (organetto), scrivendo significativi ed impegnativi brani
originali - alcuni dei quali pubblicati dalle edizioni
Bèrben di Ancona - oltre ad opere didattiche che pongono il popolare strumento in una nuova e più ampia prospettiva. Nel 2009, in stretta collaborazione con il figlio
Alessandro, realizza il "Metodo di base per Fisarmonica Diatonica a 8 bassi" edito
da Ars Spoletium.
Nel 2012 le Edizioni Musicali Prendinota pubblicano il CD Fisarmoniche in concerto, con registrazioni storiche del Quintetto"A. Volpi", risalenti al 1983. All'inizio degli anni 2000, riprende il corso di musica e disegno per i giovanissimi, in collaborazione con l'associazione ACLI, seguendo anche l'iniziativa “Gio Madonnari” a Villa Musone e Loreto.
Ultraottantenne ma instancabile e con una vena creativa inesauribile, continua ancora la sua parallela attività nel settore dell'arte plastica/figurativa. Tra le ultime importanti creazioni, "Lo scrigno del Sì" e "Il Giudizio Universale", seguendo il filo logico della grande tradizione classica dell'arte, cui rimane sempre sinceramente legato.
"Lo Scrigno del Sì" (2012) è una riproduzione artistica del sontuoso rivestimento marmoreo esterno e dell'interno della Santa Casa di Loreto; l'opera viene esposta anche al Museo Nacional de Arte Decorativo di Buenos Aires in Argentina e al Museo del Tesoro in Vaticano.
"Il Giudizio Universale" (2015) è una riproduzione in altorilievo policromo liberamente e fedelmente ispirata al celebre capolavoro di Michelangelo nel suo 500° anniversario.
Considerando che il primo significativo lavoro di scultura in pietra è stato il “Davide e Golia” ispirato alle celebri opere di Michelangelo e del Bernini, è come se si chiudesse così simbolicamente un grande e meraviglioso cerchio di arte e passione.
(Biografia tratta dal libro Edgardo Mugnoz, Una Vita per l'Arte)